Che caspita è il Testamento Biologico?

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L’associazione Luca Coscioni, che qualcuno crede ancora sia una gag o una roba porno, festeggia: in Italia, il 14 dicembre, è stata approvata la legge sul testamento biologico, una tutela del diritto alla vita che va oltre ogni forma di credo a cui siamo devoti.

Di cosa stiamo parlando?

La legge è composta da 8 articoli e stabilisce che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito senza il consenso libero e informato della persona interessata. E cos’è il consenso libero e informato? E’ un’autorizzazione da parte del paziente a ricevere un trattamento sanitario e viene sottoscritta una volta ricevute tutte le informazioni relative al proprio stato di salute e le terapie disponibili da parte del personale sanitario. A seconda di quanto siamo sul pezzo, possiamo essere più o meno dettagliati: è accettato dal “non voglio essere rianimato, tantomeno intubato, ma voglio antidolorifici e oppiacei” come è passabile un semplice “non rianimatemi”, quindi non fatevi venire l’ansia.

E se mi capita una sfiga prima che io possa ricevere queste informazioni?

Quelli di Coscioni non hanno lasciato nulla al caso e hanno prestabilito le DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento), ovvero l’espressione delle nostre preferenze in materia di trattamenti sanitari attraverso cui diamo o non diamo il nostro consenso a scelte terapeutiche di vario tipo quando ancora siamo in grado di farlo, anche oggi stesso (dopo vi linko il modulo da compilare nel caso l’idea vi piacesse). In parole povere, con le DAT scegliamo in anticipo a quali cure vorremmo sottoporci o meno nel caso ci trovassimo incapaci di poter scegliere o comunicare la nostra volontà a terzi. Tra le varie scelte terapeutiche a cui possiamo negare la nostra disponibilità ci sono anche nutrizione e idratazione artificiale. Ovviamente verremo informati non solo su cosa è o cosa non è un particolare trattamento sanitario, ma anche sui rischi che corriamo in caso di rifiuto alle cure. Se non ci sentiamo comunque in grado di esporci in prima persona, per qualsiasi motivo, possiamo indicare una persona di fiducia, familiare o no l’importante è che sia maggiorenne, incaricandola di ricevere tutte le informazioni necessarie a valutare il consenso o il rifiuto ad un trattamento sanitario specifico. Dovessimo accorgerci tutto ad un tratto che l’incaricato di turno è un gran imbezèl, possiamo in qualsiasi momento revocargli il consenso prestato; per rimanere in un ambiente democratico, anche il fiduciario stesso può rinunciare alla nomina in qualsiasi momento (però a lui/lei serve un atto scritto mentre a voi bastano due testimoni e potete revocare la nomina verbalmente anche al padre eterno). Le DAT vanno firmate davanti a 1) un pubblico ufficiale (sbirro), oppure 2) un notaio oppure 3) un medico; in ogni caso non fatevi inculare dei soldi perché questi documenti sono completamente esenti da imposta di bollo, tributo, imposta dei puffi, diritto di vattelapesca, tassa per gli altri e simili buffonate, questo perché tutti devono godere del diritto di poter compilare una forma di testamento biologico, punto e a capo.

E se il medico è duro d’orecchie?

Cazzi suoi! La volontà del malato va rispettata, e non c’è pezza che tenga. Se avete la sfiga di beccare un medico obiettore di coscienza che ha l’accanimento terapeutico come dottrina, questo verrà sostituito da un altro professionista a cui sta a cuore anche la volontà del paziente, non solo la sua. L’unico motivo per cui un medico può rifiutarsi di stare alle regole del nostro testamento risiede nella scoperta di nuove terapie che potrebbero permettere un miglioramento del paziente di cui questo non era a conoscenza al momento della redazione della DAT. Insomma, se domani ci viene un brutto male per cui abbiamo chiesto l’astensione a qualsiasi trattamento terapeutico e dopodomani trovano la polvere magica specifica per il nostro brutto male, il medico può scegliere di sottoporci a tale cura.

Accanimento terapeutico e terapia del dolore

Talvolta si fa un pelo di confusione, rischiando di creare un legame inscindibile tra accanimento terapeutico e terapia del dolore. Detta alla brutta, se siete spacciati, viene considerato accanimento terapeutico un’irragionevole ostinazione nella somministrazione delle cure, mentre la terapia del dolore è sempre garantita. Quindi, è il trattamento inutile o comunque sproporzionato ad avere la peggio, mentre verranno sempre prese in considerazione, e di fatto applicate, tutte quelle terapie che vanno a diminuire le sofferenze del paziente fino, nel caso estremo, a condurlo alla sedazione profonda, considerata parte della terapia del dolore.

Chi mette i rosari tra le ruote?

In realtà il boss (non quello supremo in mezzo alle nuvole, quello terreno di Flores) trova che sia un segnale importante quello di mettere al primo posto la volontà del malato, la sua presa di posizione è a favore della tutela della libertà di scelta e contro ogni forma di accanimento terapeutico. In un Paese come il nostro, dove gridiamo allo scandalo se Marilyn Manson va a cantare da Bonolis, ci pare quasi che questo super Papa abbia mosso la pedina da 90, e nessuno vuole screditare l’importanza delle sue parole, però ragazzi…come dire…è dagli anni ’50 che la Chiesa ha riconosciuto le assurdità annesse all’accanimento terapeutico, non è che il buon Francesco abbia stravolto il pensiero cattolico, l’ha semplicemente espresso. Tuniche clericali più papiste del Papa stesso non ci stanno comunque: il Cottolengo rifiuterà le DAT, dice don Arice, con l’approvazione ufficiale dell’arcivescovo di Torino (e sticazzi?); la prospettiva inquietante, dice, riguarda gli abusi sulla vita dovuti ai costi di mantenimento delle persone malate…scusate, ma qualcuno gliel’ha spiegato che è il malato stesso a decidere e non la nipote stronza che vede l’eredità del poveraccio sul suo conto corrente? Qualcuno gli rinfresca la memoria a proposito del Catechismo cattolico, il quale afferma che «Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire»? Stendo un velo pietoso su Negri che addirittura sfrutta uno spazio e un momento dedicato ad altro (è successo in occasione della presentazione del libro su Beatrice d’Este) per dire la sua, di cui personalmente non sentivo la mancanza: quest’uomo, che per fortuna s’è fatto prete e i suoi cromosomi finiranno insieme a lui, parla di “legge infame, un’eutanasia mascherata sotto falso nome”…considerando che il motivo per cui c’erano due stronzi di giornalisti ad ascoltarti era tutt’altro direi che la dice lunga su quanto ci importa del tuo parere.

Ad ogni modo, se volete compilare anche voi il vostro testamento biologico e bruciare nelle fiamme dell’inferno per l’eternità, il primo passo lo potete muovere qui: https://www.associazionelucacoscioni.it/compila-il-tuo-testamento-biologico-online/

 

Buona vita a tutti!