Condanna il violento

violenza donne

Stamani esco di casa con un anticipo imbarazzante, sorrido se penso che normalmente la mia giornata inizia con sveglia lanciata contro il muro, smadonnamenti vari, lavata di denti in sincrono con pettinata fulminea e domande all’aria tipo “dove cazzo sono i calzini?” che ovviamente nessuno è in grado di decifrare perché appunto mi sto lavando i denti e sto solo sputando fluoro sullo specchio del bagno.

Comunque, oggi è un giorno diverso, è iniziato in modo diverso, e io posso concedermi una colazione tranquilla al bar, e a ‘sto giro il Carlino me lo sfoglio per bene (c’è il Carlino al bar, intellettualoidi da strapazzo, non ne comprano un altro che poi non lo legge nessuno).

Guarda guarda, il 25 novembre la presidente della Camera Boldrini ha aperto l’Aula di Montecitorio solo alle donne, e non donne qualsiasi: sono rappresentanti, dirette e indirette, di un fenomeno che sembra diventare sempre di più la piaga della nostra società, ovvero la violenza di genere. Lo fa oggi perché è oggi la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che son quelle robe che mi han sempre fatto venire un po’ di stizza: il 25 novembre ci occupiamo delle donne, perché l’Onu ha detto che si fa oggi no?! Domani a chi sta?! Ai criceti nelle girandole…ah, perché io avevo da dire qualcosa sulle donn…no, dovevi farlo ieri, oggi solo criceti con le vertigini. ‘Sta cagata delle “giornate a tema” a me rende solo un’idea di attenzione a tempo determinato, comunque la mia è sempre solo un’opinione da bar.

Si lamenta, la Boldrini, e ha ragione. Si lamenta perché ogni due giorni e mezzo ne seccano una, di donna, e questo numero riguarda solo l’Italia. Si lamenta perché è vero, abbiamo ratificato (approvato) la Convenzione di Istanbul e promosso un Piano antiviolenza a livello nazionale, però le vittime ci sono ancora e sono tante, i dati dell’Istat non vedono affatto la luce in fondo al tunnel (ho fotografato lo schema riassuntivo, fatevi un’idea anche voi). Si lamenta, la Laura, perché lei ha più volte sottolineato alle forze politiche che qui servono dei provvedimenti per rendere efficaci sia le misure di protezione per le donne minacciate che quelle interdittive relative agli uomini violenti. Si lamenta perché le leggi che dovrebbero tutelare le vittime di violenza non vengono applicate oppure vengono sì applicate ma in modo discrezionale, quindi la poveretta che trova i coglioni per denunciare il violento di turno finisce ammazzata come quella che se ne è stata zitta. Si lamenta perché a queste  discussioni/manifestazioni/lotte partecipano solo le donne (però oggi non lamentarti Laura che sei stata tu a non volere della braga a Montecitorio). Intervengono Mattarella e Gentiloni con riflessioni profonde quanto il mio water, e secondo me la Boldrini si è poi morsa la lingua…”ma non potevo stare zitta che questi mi sputtanano la giornata?!”

Ci si mette la Farnesina con un flash mob virtuale che farà viaggiare per circa due settimane il colore arancione attraverso tutta la propria rete estera per rispondere all’appello dell’Onu ‘Orange the world’, la campagna dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, e anche Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, pubblicando sui propri canali social alcune immagini per ricordare la forza della donna nell’espressione artistica. Ora, io non voglio fare la classica polemica sterile e buffa però, secondo voi, che la Sofonisba Anguissola abbia ritratto Filippo II di Spagna aiuta? Che la foto profilo della pagina Facebook di Alfano sia il banner a toni arancioni dell’Onu, sensibilizza? Boh. Il messaggio arriva eh, sicuramente, ma a chi? Concretamente cosa fa?

Come donna fortunata, e per fortunata intendo che ho avuto la “botta di culo” (e qui aprirei un altro luuuuunghissimo capitolo da cappio al collo e lo farò, non ora ma lo farò) di conoscere ed unirmi ad un uomo rispettoso della mia persona a tutto tondo, io qualche idea ce l’avrei, e magari sono idee del cazzo ma mi sembrano più utili di una statua di gesso di Martini:

  • Pubblicità progresso: anziché sciacquarci le palle con l’immagine della ragazzetta seminuda all’angolo di un’abitazione spoglia e buia, inerme, già sconfitta, già maltrattata, perché non facciamo vedere il Signor Salcazzo dietro le sbarre perché ha stalkerato una volta di troppo? “Questo è quello che capita ai bastardi spaccacazzo e violenti, e il Signor Salcazzo ne avrà per 4 anni, e al compagno di cella del Signor Salcazzo piacciono tanto le chiappe sode del Signor Salcazzo, il quale non avrà più problemi di stipsi per almeno 1460 giorni!”
  • Obblighiamo tutte le aziende, fosse anche la bottega dell’arrotino sotto casa, ad inserire nel proprio codice comportamentale (e se non ce l’ha che ci si metta d’impegno) una nota in cui si sottolinea che chiunque, dal capo al porta posta, provi a fare lo stronzo promettendo “vantaggiose opportunità” alla disgraziata di turno, a cui quel lavoro serve per forza se no ai figlioli cosa porta al posto della spesa?! Un bel banner arancione?!, in cambio di prestazioni di qualsiasi tipo che vanno contro la sua volontà personale, il provvedimento sarà uno e uno soltanto: a casa, licenziato, e con una bella postilla sul curriculum e speriamo che il tuo prossimo colloquio sia con una femminista con tanto di ascella villosa.
  • Pubblicizziamo e sosteniamo ‘sti cazzo di Centri antiviolenza, e facciamolo per bene, cristo! La Corte dei conti “ha acceso un faro sulla cattiva gestione regionale delle risorse nel biennio 2013-14, le uniche ripartite nel periodo esaminato dalla magistratura contabile”, e alla fine della fiera è venuto fuori che  a ogni centro antiviolenza sono stati assegnati in media circa 5.800 euro e a ogni casa rifugio circa 6.700 euro…altro che cattiva gestione, è una presa per il culo! Morale della favola, i centri antiviolenza sono continuamente a rischio di chiusura, e se io sono una vittima e ho ragionevolmente paura per il mio futuro e quello dei miei cari, mi cago ancora di più in mano se penso che mi sto affidando a qualcuno che forse domani non è più in grado di aiutarmi. Il piano per gli anni 2017/2010 dovrebbe essere tutta un’altra melodia, e speriamoci.
  • Lo so, lo so che lo stalking non è un fenomeno omogeneo sicché non è possibile delineare un profilo tipo del “molestatore assillante”, però dai, due nozioni su cosa fare e cosa mostrare alle forze dell’ordine quando ci decidiamo a denunciare lo stronzo di turno possiamo metterle insieme. Per essere accusati di stalking, l’atteggiamento del persecutore deve intanto perdurare nel tempo, essere costante e mai appoggiato in alcun modo dalla vittima (appoggiato può anche voler dire che rispondete ad un suo messaggio, che provate a farlo ragionare). Durante il periodo elettorale ogni città italiana viene sporcata da tutti quei manifesti ridicoli che ritraggono famiglie di extracomunitari (“Qui sei a casa tua se mi voti”…idiota, se ti può votare vuol dire che è già casa sua), operai sporchi da far ribrezzo (“Per migliorare le tue condizioni di lavoro metti la X nel posto giusto”), cagate spaziali di markeTTing specializzato (“non sono una escort ma mi candido lo stesso”). Lo stesso volume di carta e inchiostro può essere finalizzato a qualcosa di più costruttivo? Tipo non so, un volantino formato A6 da distribuire in buchetta, nei bar, nei locali, alle casse dei supermercati, dove trovare un elenco di casistiche, possibili situazioni che possono essere bollate come denunciabili, e qualche consiglio sul da farsi. Io non sono né un grafico tantomeno un pubblicitario, e buona grazia se so usare Paint, però…
  • IPOTESI DI VOLANTINO

Il Volontario Mascherato Pt.1

supercane volontario 2

“Un…cfè…pr favor…”

“Bisogna che parli con la bocca aperta che an capes brisa!” Squilla la Franci, che di pugnette ne ha già abbastanza coi clienti abituali del bar, adesso pure gli avventori occasionali mettono alla prova la sua fantasia.

“Un caffè…per favore”

Sotto agli sbiascichi, alla puzza di cane bagnato (non cagate il cazzo, il cane bagnato puzza e riga), sotto un bulbo dal colore indefinito che manco se perdo una scommessa, ad una coltre di peli…no, è un piumino di quelli che vanno adesso…no, sono peli…sotto uno sguardo un pelo perso, tra l’impaurito e il minaccioso, che mi ha ricordato tanto le fattanze da trip degli anni ’90, c’era lei, una donnella che forse arrivava ai 40 ma che poteva dimostrarne tranquillamente 80. Si beve il suo espresso, tra i biscotti premio nella tasca del giubbotto di peli, no del piumino, conta gli spicci per arrivare all’euro e dieci, li appoggia al banco e mesta, così come era entrata, se ne esce, senza salutare.

“Chi è quèl lavurîr?”

“Ma dai, Sabri, è la figlia della comesichiamapure, quella che c’aveva la lavanderia vicino al tabacchino!”

“Aaaaaah, la figlia della Vanna?! Ma cosa le è successo?! Sarà mica un 100 quella?! E dir che da cinna…”

“Mo niente, qualche anno fa è diventata volontaria e boh, le avranno messo in testa che è un cane anche lei!”

“Beh, gente, dai, son persone volenterose quelle, che modo di dire è quello? Hai detto che è diventata volontaria nello stesso modo in cui avresti potuto dire che è diventata lebbrosa!” Mi intrometto dopo le prime campane stonate.

“Forse era meglio!”

“Porca troia, ma cosa dici? Ce ne fossero di persone come lei! Fa del bene in modo disinteressato, e soprattutto senza chiedere una lira, anzi magari ci smena pure dei soldi visto che non mi pare che i canili si rotolino nelle banconote da 100, come minimo non ha una domenica libera da anni che tutte le volte che mi faccio una vasca in centro ne becchi sempre una marea tutti presi a far banchetti per questo o quello…e voi la denigrate così?” Sono e rimarrò un’inguaribile romantica, un cazzo di Robin Hood dei casi (quasi)sociali.

Lo dico, è vero, però sotto sotto non la penso davvero così. Ricordo la trafila di mia sorella Federica quando decise di adottare Zelda, una pitbull di 5 anni con un passato burrascoso da cane esca, dopo aver intercettato una sua foto su una di quelle pagine Facebook di amanti dei 4 zampe e averla incontrata in canile, e ricordo pure cosa aveva raccontato a me e alla mamma:

“Siete mai andati a fare del volontariato in un canile? Volontariato serio, non lasciare due scatolette ai ragazzetti che improvvisano raccolte benefiche fuori dai supermercati. No! Ecco perché non capite!  Quando entri in questa pensione prigione, la lotta non è rivolta alla sofferenza di quelle povere bestie, non si concentra contro chi i cani li prende e li abbandona, non produce informazione atta a diminuire le casistiche di cani maltrattati, sfruttati, seviziati in modi che se li lanciavano sull’asfalto di una provinciale dall’auto in corsa gli facevano un favore. No. La prima battaglia è convincere le altre anime pie responsabili di quella o quell’altra associazione che tu ai cani vuoi seriamente bene e che sei lì per renderti utile, e per renderti utile si intende nei confronti dei cani, ovviamente, non dell’ego represso della prima malchiavata che se tu non hai novanta quadrupedi da sfamare a casa e non puzzi più di loro e non hai una vita sociale perché tu in testa hai solo quei poveri cani quei poveri cani quei poveri cani allora sei una merda come tutti gli altri e non ti meriti di renderti utile e marcirai all’inferno e adesso scusa un secondo, che devo limonarmi il mio cazzo di chihuahua. Ma andatevene a fare in culo davvero con tutto il cuore. Sembra quasi che i cani non te li vogliano far accudire loro per primi. “Riesci a passare almeno nove ore al giorno col tuo piccolo angioletto? Se no abbiamo problemi con l’adozione!”. Ma manco con mia figlia riesco a passarci così tanto tempo, oh rincoglioniti! Ho la faccia della nipote di Rockefeller per caso? Secondo voi quante persone potenzialmente hanno tutto quel tempo libero ogni fottuto giorno? “Magari posso portarmelo al lavoro…”. Seeee, ti piacerebbe povero stronzo, ma tu dove lavori? E mentre lavori hai tempo di portare il cane a pisciare ogni quarto d’ora? Che se al cane si stringe la vescica del novanta per cento dall’oggi al domani tu come cazzo fai poi? Lo abbandoni? Ecco, vedi, sei uno che abbandona i cani! Porca puttana, che girone dell’inferno quella manica di invasati. E metti giù quella merendina, non lo sai che chi la produce ha anche due quote azionarie di una multinazionale che nell’89 approfittò dello scompiglio della caduta del muro di Berlino per testare una crema idratante su un beagle? Ma cazzo, non ti informi? E poi ci lamentiamo che il mondo va a rotoli! No, io mi lamento di voi e non mi lamento più di chi ad un certo punto gliela dà su e spende dei soldi in un allevamento, che anche lì te le fanno le domande e i test ma non ti chiedono di diventare anche tu un cane o di far diventare il cane un cristiano. Io le bestie le rispetto e le tratto da tali, che se a Zelda metto il bavaglio per mangiare e la faccio cagare sul water e me la porto in giro nella borsa manco fosse un peluche sono da ricoverare io, non lei! Lei forse dopo. E che cazzo.”

Non possono essere tutte così, e uso il femminile perché sempre di donne si parlava, mai una braga. Voglio andarci in fondo, devo chiedere.

Cannabis VS Alcol: perchè dico sì alla Marijuana!

cannabis vs alcol

L’altra sera, appiedata, sono scesa al bar a prendere un paio di bocce d’acqua per evitare arsure casalinghe prolungate.

Al banco c’erano ‘sti ragazzetti di, boh, avranno avuto diciotto anni appena compiuti: quell’età in cui, un po’ per ignoranza, un po’ per presunzione, un po’ perché forse ti senti più figo, non ti fai problemi a scialare pubblicamente i tuoi usi e costumi quotidiani, anche se questi comprendono delle illegalità.

“Birretta e cannetta e ce la smolliamo raga!”

“Non si fanno quelle robe, ‘gnoranti che non siete altro!” Sentenzia Ermes, il fratello di Vanes, entrambi figli di una sadica in fatto di nomi.

“C’ha ragione, quando ero cinna io si diceva ‘bere e poi fumare è una cosa da evitare, fumare e poi bere è una cosa da sapere’!” Intervengo io.

“Dovrebbero chiamare la Polizia…”

Mmmmmh, un altro amico degli sbirri! Io la Polizia la chiamerei, sì, ma per rimarcare ai suoi dipendenti quale errore madornale continuano a compiere: il nemico è l’alcol, non l’erba. Solo che l’erba non è tassata, la birra sì. Solo che la mafia e le altre organizzazioni criminali traggono profitto dall’uso della cannabis, quindi non gli si può andare a pestare i piedi legalizzandola: poi loro con cosa se lo pagano il Mercedes?

Però l’erba fa male…ah sì?! E l’alcol è il corpo di Cristo, vero?! Andiamo a vedere!

  • “Non esiste alcun caso registrato di morte da overdose fatale di sola marijuana”, e dal 2013, anno in cui l’Huffington Post ha voluto compilare una lista di ogni singola persona morta esclusivamente a causa di un’overdose di marijuana arrivando a tale conclusione, nessuno è stato in grado di dare una smentita razionale a questa verità con dati attendibili e certificati. L’alcol, solo in Italia, conta 40.000 decessi all’anno.
  • “In teoria un fumatore dovrebbe consumare quasi 700 chili in un quarto d’ora circa per cagionare la propria morte” dice il giudice Francis Young, e che significa che ti devi rollare circa 1km di cannone. Fatevi 700 shottini e vediamo la differenza?
  • La cannabis non spinge a comportamenti lesivi, e per crederci basta solo pensare ad uno che con una tronca in bocca aggredisce qualcun altro…al massimo lo senti bestemmiare se gli è caduta una brace sulla felpa nuova. L’eccessivo consumo di alcol si segna del 36% delle aggressioni che provocano un ricovero in ospedale e il 41% degli omicidi che ogni anno macchiano di sangue il nostro amato stivale. Se non ci credete basta fare un copia e incolla delle ultime righe su Google e taaaac, bella sdentata vero?! Fatti un goccio di barricata e non pensarci più!
  • La marijuana ha potenziali usi terapeutici, e senza starvi ad annoiare vi linko questo breve e utilissimo sommario di Medicannabis:

http://www.cannabis-terapeutica.com/it/malattie-e-patologie-trattabili-con-la-cannabis-terapeutica.html

L’alcol, le malattie, le provoca, direttamente o indirettamente, accaparrandosi un        bel  10% della torta.

  • L’alcol crea dipendenza; l’astinenza da erba, al massimo, 5 minuti di giramento di coglioni.
  • L’alcol compromette lo sviluppo muscolare…Snoop Dogg vi pare distrofico?
  • L’esperienza percettiva, edonica e motivazionale durante un rapporto sessuale viene influenzata, aiutata e spinta dall’utilizzo di cannabinoidi (guardale, guardale tutte le malchiavate che corrono dallo spaccino); da ubriaco non ti si alza manco un dito, punto, è fisica e chimica insieme, è provare per credere!
  • Se bevo e mi metto in macchina sono una mina vagante, se fumo e mi metto in macchina…se son buono forse arrivo ai 30km/h, forse, ma forse mi prende male e rallento che mi sembra di infrangere la barriera del suono.

E allora perché Mister Governo non legalizza l’uso della marijuana e non condanna ancora più prepotentemente gli sbevazzoni di turno? Per lo stesso motivo per cui non condanna il gioco, le sigarette, gli ausiliari del traffico: sono tassate e fanno parte, in qualche modo, del bilancio che si tira a fine anno sulle casse dello Stato, dico io (però loro lo dicono che può creare dipendenza patologica, malattie gravi, morte, e fanno i finocchi con il culo degli altri)!

Ad ottobre, la Camera ha detto sì all’uso terapeutico della cannabis, lasciando a regioni e Province il compito di monitorare le prescrizioni, e pensando di essersi levata il marone di una discussione che va avanti da anni con questo zuccherino. Cioè, dopo 4 anni di “melina parlamentare”, come la definisce Farina, relatore per la Commissione Giustizia, siete arrivati a comprendere e quindi accettare un dato di fatto che web, saggi scientifici, relazioni con i controcazzi non fanno altro che verificare, marcare, gridare? Porca troia ragazzi, svegliate ben il criceto dentro al cervello! Per non parlare del mancato colpo basso che hanno evitato di infliggere al traffico di stupefacenti legato ad organizzazioni criminali. Dico io, vi rompe più i coglioni se sul mio terrazzo ho le mie cazzo di 3/4 piantine che non fanno male a nessuno o il nordafricano col bomber farcito di buste in Piazza Verdi? E non voglio offendere nessun nordafricano però raga, carta canta, andate nella zona universitaria di Bologna e ditemi quanti svedesi trovate a spacciare!

L’associazione Luca Coscioni (sì, lo so, sembra una gag ma esiste davvero) ricorda i “soli” 60.000 cittadini italiani che hanno sottoscritto, e quindi appoggiato, una proposta di legge che non riguardava solo l’uso terapeutico, bensì “l’Auto-coltivazione libera fino a 5 piante, con comunicazione da 6 a 10, la possibilità di associazione in cannabis social club non a fini di lucro (fino a un massimo di 100 componenti che possono coltivare cinque piante femmine a testa) e la Coltivazione e fini commerciali previa comunicazione dell’inizio della coltivazione”. Cos’è, vi fa cagare?

In conclusione, vi vorrei salutare, oggi, con una bella frase del buon Pannellone nazionale (pace all’anima sua): «Se tu vuoi vietare l’esercizio di una facoltà umana che per qualsiasi motivo è praticata a livello di massa, tu fallirai e sarai costretto all’illusione autoritaria del potere che colpisce il “colpevole” e lo colpisce a morte».

 

Che caspita è il Rosatellum?

scheda elettorale

Ultimamente se ne sente tanto parlare, i politici creano tafferugli quotidiani per distoglierci dal dato di fatto che probabilmente neanche loro sanno da che parte stare, e quando si cercano spiegazioni in merito son tutti impegnati a fare altro, a cercare su Google, a fingersi anarchici contro il sistema così ce ne possiamo sciacquare le mani…insomma, ‘sto Rosatellum non è proprio così chiaro (il politichese non è roba da tutti ragazzi). Ci provo io, arricchita dalla lezione di Augusta, 40 anni suonati per gamba e con un debole per il Varnelli, durante il nostro caffè di stamani al bar (se no che chiacchiera da bar sarebbe?!).

Tu, onesto cittadino con ancora nella testa i racconti di tuo nonno partigiano, senti come diritto e dovere il compito di andare a votare e dire la tua a proposito dei due zibaldoni relativi a Camera e Senato. Vi faccio l’esempio della Camera: abbiamo 630 posti vacanti dove appoggiare 630 dei nostri beniamini politici. Il 37% di questi posti (altrimenti detti seggi) lo votiamo con il sistema maggioritario: scegliamo il nostro supereroe, il cui nome sarà tra quelli tutti soli soletti, belli in fila uno sotto all’altro, a sinistra della scheda elettorale (contrassegnato con la B di Batman nell’unica immagine di questo articolo quindi su, a ‘sto giro siamo in bolla). Qui è facile: chi ottiene la maggioranza dei voti ha il posto (il seggio, va’ che è l’ultima volta che ti aiuto), gli altri a casa! Questo metodo favorisce le coalizioni: se io sono Batman del partito dei Buoni, e ho buone possibilità di diventare il super capo di tutti i buoni, tutti gli altri buoni un po’ più scarsi, tipo Robin, vengono ad imbuonirmi per stare nella mia squadra, e se sono della mia squadra, ovviamente, quando vinco un posticino se lo guadagnano di default (Robin contro il Joker, è dato 10 a 1 anche alla Snai). Stessa cosa vale per il partito dei Quasi buoni, che di regola vengono cagati poco e niente, che chiederanno a Batman di inserirsi nella squadra e che quindi troverete nella stessa coalizione.

Adesso arrivano i cazzi: tutti gli altri (a parte un misero 2% che lascerei da parte) vengono votati attraverso il sistema proporzionale: questo riguarda la parte a destra della scheda elettorale, dove ci sono liste infinite di nomi che probabilmente non avete mai sentito nominare vicino ai simboli dei singoli partiti (sono quelli contrassegnati con la R di Robin) che sono riusciti ad accaparrarsi uno spazietto nella lista di Batman. In questo caso sbarrate il logo del partito, non il nome del singolo candidato (te piacerebb’ eh, furbetto?!), e a seconda della percentuale che ogni partito ottiene a livello nazionale gli verranno assegnati altrettanti seggi: tornando a Batman, se il partito dei Buoni ottiene in tutta Italia il 23% dei voti avrà il 23% dei posti (non di tutti, il 37% l’abbiamo già dato ai più fighi, questi si dividono il 61% che avanza senza considerare il 2% di voti all’estero).

Quando andate a votare, perciò, prima di inculare la matita che vi metteranno a disposizione o utilizzarla per scrivere il numero di telefono di quella stronza che vi fotte sempre il parcheggio accompagnato da messaggi osceni, potete:

  • Sbarrare il logo del partito: se sbarrate il partito dei Buoni, votate automaticamente anche Batman;
  • Sbarrare il nome di Batman: Batman si prende uno dei posti di quel famoso 37% iniziale, ma attenti perché così date comunque modo anche a tutti i Robin di accumulare punti per vincere il mantello;
  • Sbarrare il nome di Batman e contemporaneamente quello del partito dei Cattivi: non potete, scheda nulla, licenziato, capra, deciditi!
  • Sbarrare il nome di Robin: noooooo, cazzo, i vari Robin trovano un impiego quando Batman vince, è inutile che spingi su Robin!

Chi trae beneficio da tutto ciò? Di solito la risposta è “chi è al governo in quel momento” (con questa ve la cavate anche se non sapete nulla). Sicuramente il centrodestra due conti se li è fatti, e visto che di aspiranti Robin ne contano a bizzeffe nelle loro file, e tenendo conto che se non prendi almeno il 3% dei voti te ne vai a casa sì o sì, quelli che sanno di raccogliere solo briciole (Angelino Alfanino, ti fischiano le orecchine, stella?!) son lì che sbavano la benevolenza del Batman (ahahahahahah) di turno. L’altro step è che ogni coalizione deve arrivare almeno ad un 10% dei voti. Il movimento 5 stelle, sicuramente, non si sta segando all’idea, perché per loro esiste UN SOLO BATMAN E UN SOLO CAZZUTISSIMO ROBIN, quelli poco buoni/quasi buoni/buoni solo a Natale, non se li filano manco di striscio. Quelli di sinistra, come al solito, ci stanno ancora pensando, non sanno, non dicono, forse non volevano fare neanche i politici da grandi.