Misure contro la povertà: sfruttate lo Stato!

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La manovra è semplice ed esiste dal primo dicembre, solo che ne avete sentito parlare poco e niente. Lo so, lo so, il palinsesto era pieno: vuoi non far vedere Berlusconi che espone il suo programma elettorale dalla D’Urso?! E vuoi non parlare di Nainggolan che si imbresca a Capodanno per almeno una settimana?! E di quei 4,5 milioni di cittadini italiani che sono alla canna del gas, no?! E del fatto che esistono delle possibili tutele destinate a loro?! Va bene, proviamoci noi!

Che cos’è il REI?

Il Reddito di Inclusione (ReI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà, la prima ufficiale italiana, e se aspettavano un altro po’ ci trovavano tutti a rimestare nei bidoni dell’immondizia che pare essere diventato il nuovo, triste e agghiacciante sport nazionale. Il ReI si compone di due parti:

  1. un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una Carta di pagamento elettronica (Carta ReI)
  2. un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà.

Il beneficio è concesso per un periodo massimo di 18 mesi, trascorsi i quali non può essere rinnovato se non sono trascorsi almeno 6 mesi. Alla durata massima del ReI vanno sottratte, se già ne beneficiate, le mensilità di Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA).

Chi lo può richiedere?

Chiunque abbia il cappio già intorno al collo e qualcuno pronto a stringerlo a morte, mi verrebbe da rispondere, e purtroppo in questa condizione ce ne sono tanti. In partica, i requisiti che vi fanno essere tra i nominati alla lotteria dell’aiuto statale riguardano:

  • Nucleo familiare: a casa deve esserci un minorenne o un disabile o una donna in stato di gravidanza accertata. Basta uno dei requisiti citati, non dovete essere ragazze madri in carrozzina, ok?!
  • Situazione economica: il valore ISEE non deve essere superiore ai 6.000 euro, quello relativo all’ISRE più basso di 3.000, un patrimonio immobiliare praticamente inesistente e lo stesso per quello mobiliare, ovvero in banca non dovete avere più di 10.000 euro; considerando che avete un ISEE uguale o inferiore ai 6.000 mi verrebbe da commentare con un “grazie al cazzo”.

Il primo passo concreto: modulo domanda reddito di inclusione e istruzioni INPS

Il decreto REI prevede che per richiedere il Reddito di inclusione si debba utilizzare l’apposito modulo INPS, il quale dovrà poi essere consegnato presso il proprio Comune di residenza o presso altri punti di accesso resi noti dai comuni stessi. Non fatevi venire l’orticaria subito, ragazzi, non dobbiamo andare fisicamente all’INPS a subire chilometri di fila, operatori sgodevoli che si scaccolano sul vostro ISEE, questionari imbarazzanti quanto paradossali (“Possiede case a Montecarlo o conti in Svizzera?” “Certo, ce li ho anche alle Antille Olandesi, è che oggi non avevo un cazzo da fare!”): il modulo si può scaricare da Internet e, sapendo bene come la rete tenti in tutti i modi di destabilizzarci, dopo vi linko l’indirizzo su cui cliccare, scaricare e stampare. Onde evitare di fare un giro a vuoto, sappiate che oltre al modulo compilato in tutte le sue parti, dovrete attrezzarvi del modello ISEE 2018 cartaceo.

Fondamentalmente, se è vero che funziona così e conoscendo la burocrazia italiana non ci metterei tutte e due le mani sul fuoco, dopo essere passati in Comune il vostro dovere è compiuto: sarà poi il Comune stesso, infatti, a trasmettere la vostra domanda all’Inps entro 15 giorni dalla ricezione, poi ce ne vogliono altri 5 perché l’Inps faccia tutte le sue verifiche del caso e invii a Poste Italiane la vostra disposizione di accredito. Mentre voi sudate freddo al pensiero di non aver portato tutta la documentazione necessaria, le Poste emettono la vostra Carta REI e col cazzo che ve la spediscono: andate voi a ritirarla e, prima di poterla utilizzare, dovrete aspettare il PIN che vi verrà inviato all’indirizzo che avete indicato nella domanda (il PIN sì, la carta no, che vi debbo di’ raga, almeno uno dei due vi arriva in mano di sicuro).

Stringendo, in soldoni?

I vincitori assoluti di questo Running Man burocratico avranno diritto a beneficiare di un assegno pari ad un massimo di 485 euro al mese, più il progetto di inclusione sociale e lavorativa su cui, sinceramente parlando, non nutro alcuna aspettativa. Sempre parlando fuori dalle righe, credo che anche a voi faccia più gola l’assegno che tutto il discorsetto di contorno, perché se abbiamo le pezze al culo (mi riferisco a persone in grado di intendere e di volere e senza impedimenti fisici o motori particolari) non è per il lavoro che manca: manca il lavoro che vogliamo, così mi sembra messa giù meglio. Al di là delle mie personali considerazioni, il reddito di inclusione varia a seconda del numero di componenti dell’happy family, cioè:

ReI

Il modulo da scaricare, stampare e compilare, lo trovate invece qui:

https://www.informazionefiscale.it/IMG/pdf/circolare_numero_172_del_22-11-2017_allegato_n_2.pdf

 

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